un sabato qualunque

Pallacanestro (a vedere non a giocare: qui ci sono una prima ed una seconda squadra dell’università), cinema (multisala enorme, sala discreta, film World Trade Center: Oliver Stone è sempre un grande ma questo film non fa epoca). Ma soprattuto la “papad”. Gli indiani me l’hanno offerta ed io ho apprezzato molto il gesto, sono brava gente. Certo la papad… E’ una sorta di pane carasau, una sottilissima sfoglia che diventa croccante e fatta di farina di lenticchie. Eccovi una foto (sulla wikipedia inglese c’è! Wikipedia? Altro link nel blogroll).

800px-roasting_papadums.jpg
(certo che questa cucina è sporca quasi quanto la nostra qui ;-))

Loro la usano come snack per accompagnare qualcosa da bere o dopo la cena. Ok, non ne voglio dire male, se vi capita provatela, è salata ed ha il sapore di quel’ultimo cucchiaio di lenticchie che resta attaccato al palato, niente di nocivo quindi, provate, provate, provate. A Roma si troverà sicuramente

4 Risposte to “un sabato qualunque”

  1. tina Says:

    oggi ho recuperato un pò di racconti da qell’altro – quest altro – mondo in cui sei finito…
    io l’ho assaggiata quella sottile sfoglia di pane alle lenticchie, in un ristorante indiano guarda caso….ne ho un ricordo piacevole, forse perchè me l’hanno servita appena seduta, nell’attesa di prendere le ordinazioni, come un simpatico cenno di benvenuto al locale….e sarà stata la fame nera che avevo, mi ricordo di essermi fiondata su quella frittellona e di aver spizzicato dal paniere fino a lasciarne il fondo vuoto ancor prima che il cameriere tornasse a portarci i menù. A me ricordava un impasto di ceci…..la sensazione al palato era di antitesi rispetto a quella della vista….tu ti aspetti di mangiare una sfoglia leggera, che si scioglie in bocca, che nella sua inconsistenza ti lascia un retro-gusto di pane (vorrei dire come un’ostia, ma devo ammettere di non ricordarmi perfettamente il sapore che ha dato che saranno 20 anni che non ne assaggio più una…tho, 15 al massimo….) e invece al primo morso si sprigiona un senso di “pastosa densità” con sapori forti e definiti….forse caro adriano, tra immagini accattivanti e descrizioni “tattili” siamo riusciti ad incuriosire qualcuno che andrà a cercare un frittellone alle lenticchie da assaggiare….e allora vorrebbe dire che forse avremmo potuto fare i commerciali e vendere l’aria al mondo portando a casa certo più soldi di quelli che mettiamo insieme unendo lo stipendio di un dottorando che vagheggia a copenaghen e quello di una ricercatrice che gironzola all’ombra delle due torri andando a dire ai pubblici amministratori che erogano “diritti” prima che “servizi”….qui da bologna è tutto per oggi. il blog un pò mi incasina….mi perdo nei post e nei commenti senza riuscire a seguire un ordine logico….rispondo un pò di istinto, un pò per la mera e becera voglia di partecipare….ma l’importante è farti sapere che non sei solo e che i tuoi pezzetti di vita separati ti seguono all’unisono su questa partita.
    un bacio grande e un saluto agli altri pezzi.
    Tina

  2. Massimiliano Says:

    Io la mangio molto spesso, qui in Uk e’ un pane molto comune.

  3. milena Says:

    …c’è del marcio in danimarca!

  4. unoalgiorno Says:

    Mi hanno detto che in Danimarca ci sono molti depressi, per via delle poche ore di luce invernali… pensi che sia vero?

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